Joinrs è la job board potenziata dall'intelligenza artificiale, progettata per connettere candidati GenZ -studenti universitari e laureati con pochi anni di esperienza lavorativa- con le aziende più compatibili. Grazie alla nostra AI, supportiamo sia i job seeker che i recruiter nell'identificare le migliori opportunità, rendendo il processo di selezione più rapido ed efficiente e riducendo lo sforzo richiesto. Solo le candidature più allineate ai requisiti arrivano ai recruiter, garantendo qualità e precisione.
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Per conoscere il mondo Risorse Umane. Per chiacchierare e rubare qualche segreto del mestiere a professionisti che hanno da raccontare. Per lasciarvi ispirare. La raccolta di interviste di Joinrs a chi lavora in ambito HR nasce con questi tre obiettivi: ci auguriamo che nelle loro storie possiate trovare i consigli che cercate e la determinazione per iniziare (o proseguire) nella costruzione dei vostri obiettivi professionali. Oggi è Alessandra a condividerci il suo percorso e consigli!
Studiare Relazioni Internazionali a Maastricht ha avuto un impatto enorme sul mio modo di pensare e sul mio approccio futuro alle Risorse Umane. Lì ho imparato il valore della strategia: ogni studente doveva costruire una propria teoria su scenari complessi, dal contesto europeo a ipotesi globali come “E se la Cina diventasse la nuova superpotenza?”. Questa esperienza mi ha insegnato a guardare sempre a panorami diversi, mai in maniera ordinaria, a valutare pro e contro e a sviluppare idee di mondo che ancora non esistono.
Quella mentalità è diventata la mia bussola nel mondo HR: ho imparato a pensare e a criticare in maniera oggettiva ciò che vedo, a leggere dinamiche complesse e a preparare il futuro. Ogni decisione, ogni intervento nasce dall’analisi, dalla visione sistemica e dalla capacità di trasformare la complessità e la diversità in opportunità concrete per le persone e per l’organizzazione.
Londra, e il settore moda in cui lavoravo, sono stati una vera scuola di adattabilità e gestione della diversità. Ho collaborato con personalità forti, estrose e, in un contesto fast-paced, competitivo, con forte senso di urgenza e l’imperativo “Go the extra mile”.
Un aspetto fondamentale che ho imparato è la gestione dei talenti in un ambiente internazionale: qui le soft skills erano già considerate centrali, spesso più delle hard skills, e la valutazione del potenziale di una persona non dipendeva da chi sei, da dove vieni o dalla laurea che hai. Quello che contava davvero era la capacità di contribuire, adattarsi e crescere. Ho imparato a leggere le persone oltre il ruolo formale, a costruire team armonici nella diversità e a gestire talenti molto diversi tra loro, e volte in contrasto. In un ambiente dove le regole non erano scritte (la common law inglese è flessibile e si adatta costantemente a nuove situazioni e cambiamenti attraverso l'interpretazione e l'evoluzione), l’HR doveva essere flessibile, rapido e sempre strategico. Questa esperienza mi ha confermato che la vera forza dell’HR sta nella capacità di vedere il potenziale oltre il CV, gestire l’incertezza e trasformare le persone in un valore strategico per l’organizzazione.
Sono tornata al Sud Italia perché qui c’è un potenziale enorme e volevo portare le competenze maturate all’estero. Lavorare in HR oggi, per me, significa fare un impatto concreto ogni giorno: creare, innovare, formare e vedere crescere le persone.
È il posto giusto per chi vuole trasformare le Risorse Umane in un motore di crescita, non in burocrazia. Serve energia e leadership trasformativa, perché spesso non c’è piena consapevolezza del valore strategico dell’HR. La mia missione è dare spazio a questa funzione come leva strategica, diffondere cultura aziendale anche nei piccoli gesti quotidiani e costruire ambienti in cui le persone possano davvero svilupparsi.
Oggi osservo due trend principali:
Intervista a cura del Team di Joinrs