Human Resources

Joinrs con Alessandra, International Talent Acquisition Manager in IKOS Consulting

Scritto da Il team di Joinrs | 4/4/2025

  Chi è Joinrs?  

Joinrs è la job board potenziata dall'intelligenza artificiale, progettata per connettere candidati GenZ -studenti universitari e laureati con pochi anni di esperienza lavorativa- con le aziende più compatibili. Grazie alla nostra AI, supportiamo sia i job seeker che i recruiter nell'identificare le migliori opportunità, rendendo il processo di selezione più rapido ed efficiente e riducendo lo sforzo richiesto. Solo le candidature più allineate ai requisiti arrivano ai recruiter, garantendo qualità e precisione.

Oggi, più di 300 aziende ci hanno scelto per potenziare la loro talent attraction, beneficiando anche delle nostre attività mirate all'employer branding, il tutto all'interno della nostra community di quasi 1 milione di utenti. Se sei un’azienda e vuoi saperne di più, clicca qui.

  Raccontando il mondo HR  

Per conoscere il mondo Risorse Umane. Per chiacchierare e rubare qualche segreto del mestiere a professionisti che hanno da raccontare. Per lasciarvi ispirare. La raccolta di interviste di Joinrs a chi lavora in ambito HR nasce con questi tre obiettivi: ci auguriamo che nelle loro storie possiate trovare i consigli che cercate e la determinazione per iniziare (o proseguire) nella costruzione dei vostri obiettivi professionali. Oggi è Alessandra a condividerci il suo percorso e consigli!

1) Hai una formazione in lingue e letterature straniere. In che modo questa base accademica ha contribuito al tuo percorso in HR?

Sin da piccola ho sempre creduto che una buona conoscenza delle lingue straniere avvicinasse all’altro. All’età di circa otto anni ricordo che ero al mare e avvertii per la prima volta l’urgenza di voler dialogare con le mie nuove amichette tedesche. Mi feci insegnare i numeri, qualche parola a caso assolutamente inutile tipo « Schmetterling », ed ero felice.

La lingua è il nostro potentissimo mezzo per creare una comunicazione diretta, fluida e aperta. Forse è il modo più immediato ed economico che io conosca per viaggiare di continuo in mondi più o meno lontani.

Ci impregnamo cosi di culture e realtà diverse senza dover muovere un passo.

Gli studi in lingue non solo hanno contribuito ad aprirmi la mente ma mi hanno portata a non accontentarmi di Milano, città in cui sono nata, e a voler re-inventarmi costruendo la mia vita e carriera all’estero. Subito dopo la Laurea Magistrale ho trovato lavoro a Lisbona. Un’azienda internazionale voleva me per lavorare in Italiano e Spagnolo. Quale occasione migliore imparare anche il Portoghese!

Devo essere sincera e dire che il Passpartout che ha aperto la porta (ai tempi buia e sconosciuta) del mio futuro è stato proprio quello dell’internazionalità. La scelta di lavorare in un’azienda internazionale, mi ha permesso di muovere i primi passi all’interno di quest’ultima e di candidarmi internamente a varie posizioni che mi hanno piano piano portata a crescere, a formare la mia personalità, fino ad approdare nel fantastico mondo delle risorse umane e in particolar modo in una branchia specifica di quest’ultimo: il Recruitment. Match!

2) Quali sono le principali sfide che affronti nel recruitment lavorando in un contesto internazionale?

Sicuramente l’attuale contesto storico non aiuta. Covid, guerre e tensioni politiche che in alcuni casi portano grandi professionisti a voler e dover lasciare il proprio paese, in altri casi, invece, spaventano e immobilizzano.

A sommarsi vi è anche la ricerca del perfetto (e ultimamente tanto citato in sede di colloquio) work-life balance che sta portando i lavoratori ad essere più statici e ancorati non solo alla propria terra ma perfino alla sedia di casa.

Faccio un esempio molto pratico: nel mio contesto sono spesso alla ricerca di ingegneri con delle competenze tecniche e linguistiche specifiche che devono essere pronti a viaggiare, ad andare in sede dal cliente, piuttosto che in cantiere… se un tempo la mobilità all’internazionale era per me un gioco abbastanza facile, ora ricollocare risorse prevede un grande sforzo e tante variabili che rendono il mio lavoro decisamente più ostico.

 

3) La candidate experience è un tema sempre più centrale. Come si può garantire un’esperienza positiva ai candidati, anche in un contesto altamente competitivo?

Il candidato deve essere visto e trattato come un ospite al quale apri le porte di casa tua. In sede di colloquio stiamo entrambi condividendo il nostro tempo, informazioni importanti, ascolto ed empatia. Se il colloquio è in presenza (cosa alla quale in IKOS teniamo molto) offrire un buon caffè o un bicchiere d’acqua - con un grande sorriso - sono il primo gesto di accoglienza. Un colloquio di lavoro oggi giorno deve essere tempestivo!

I ritmi nel mondo del Recruitment sono estremamente sostenuti e se ci si vuole garantire il miglior candidato è necessario risultare chiari, precisi e soprattutto veloci! Aggiungo però al calderone della candidate experience altri ingredienti altrettanto importanti e ai quali tengo molto. Bisogna essere sinceri nel fornire un feedback e UMANI. Meglio lasciare da parte l’AI e Chat GPT se si vuole davvero fare la differenza.

 

4) Quale consiglio daresti ai giovani che vogliono entrare nel mondo del consulting in ambito ingegneristico? Quali competenze e mindset ritieni fondamentali per avere successo in questo settore?

La consulenza è essenzialmente dinamismo, continua evoluzione e opportunità di visibilità. Il privilegio di un giovane ingegnere che entra a far parte della realtà IKOS è quello di poter crescere rapidamente, affrontando in parallelo molteplici progetti e vivendo un contesto caratterizzato da un'alta preparazione tecnica e specialistica.

Il consiglio che desidero offrire a tutti i giovani che si affacciano al mondo del lavoro è quello di accogliere ogni opportunità di crescita con mente aperta e umiltà. È fondamentale coltivare una mentalità curiosa, pronta a esplorare e apprendere senza preconcetti. Essere disposti a sperimentare e mettersi in gioco apre strade inaspettate, che potrebbero rivelarsi opportunità che non avevamo mai considerato.

Ottenere un titolo di studio rappresenta un sacrificio significativo e una tappa importante, ma è fondamentale comprendere che questo non segna la fine del percorso. Al contrario, è solo l'inizio: l'idea di aver raggiunto un traguardo una volta conseguita la laurea è un errore che può compromettere il nostro cammino professionale. La conclusione degli studi sancisce, infatti, l'inizio di un nuovo capitolo, in cui la vera crescita personale e professionale inizia. Buona fortuna a tutti!      

 

Intervista a cura del Team di Joinrs