Passa al contenuto

Joinrs con Anna Maria, Senior Human Resources Recruiter in Kirey Group

Sticker_Emozionata

  Chi è Joinrs?  

Joinrs è la job board potenziata dall'intelligenza artificiale, progettata per connettere candidati GenZ -studenti universitari e laureati con pochi anni di esperienza lavorativa- con le aziende più compatibili. Grazie alla nostra AI, supportiamo sia i job seeker che i recruiter nell'identificare le migliori opportunità, rendendo il processo di selezione più rapido ed efficiente e riducendo lo sforzo richiesto. Solo le candidature più allineate ai requisiti arrivano ai recruiter, garantendo qualità e precisione.

Oggi, più di 300 aziende ci hanno scelto per potenziare la loro talent attraction, beneficiando anche delle nostre attività mirate all'employer branding, il tutto all'interno della nostra community di quasi 1 milione di utenti. Se sei un’azienda e vuoi saperne di più, clicca qui.

 

  Raccontando il mondo HR  Sticker_Determinata

Per conoscere il mondo Risorse Umane. Per chiacchierare e rubare qualche segreto del mestiere a professionisti che hanno da raccontare. Per lasciarvi ispirare. La raccolta di interviste di Joinrs a chi lavora in ambito HR nasce con questi tre obiettivi: ci auguriamo che nelle loro storie possiate trovare i consigli che cercate e la determinazione per iniziare (o proseguire) nella costruzione dei vostri più obiettivi professionali. Oggi è Anna Maria a condividerci il suo percorso e consigli!

"Il valore del giovane talento risiede spesso nelle difficoltà iniziali, e sebbene l'automazione semplifichi il processo, l'intuito e l'empatia del recruiter restano indispensabili"
foto AMP 1

Anna Maria Pizzi

Senior Human Resources Recruiter

 

1) La tua esperienza si concentra molto sulla young talent acquisition. Cosa caratterizza questo segmento specifico e quali sono le sfide più grandi che affronti quotidianamente?

Il segmento dei giovani talenti è caratterizzato da un profondo dinamismo, la prima sfida è esserne consapevoli dentro la libertà da schemi precostituiti rispetto aspettative e bisogni che lo attraversano. Siamo di fronte ad un potenziale che dobbiamo saper leggere, non ancora compiutamente espresso; si tratta di un incontro fra persone e non di un matching fra skills e requisiti richiesti da una job offer.

Questo comporta la lettura di un percorso mettendo in luce esperienze e competenze delle quali non sempre il giovane è ancora consapevole, fornendo spesso indicazioni utili per valorizzare quel talento. Talvolta occorre avere il coraggio di scommettere sui profili “improbabili”, la diffidenza di fronte ad un percorso non lineare che presenta dei cambiamenti di rotta o dei gap temporali non ha senso perché un giovane talento non si esprime sempre in un percorso totalmente “regolare” rispetto alle esigenze delle aziende.

Quelli che io definisco profili improbabili nascondono talvolta motivazione, resilienza e soft skills preziose che maturano proprio nelle difficoltà iniziali di individuare la propria strada. È importante avere un approccio personalizzato, empatico, non sottoporre griglie di domande confezionate ad hoc; occorre costruire una relazione di fiducia e comunicare in maniera realistica e trasparente i valori della realtà aziendale, i percorsi di crescita e come questi si attuano concretamente, evitando di ridurli a meri “slogan”.

 

2) Pensi che l’uso crescente dell’intelligenza artificiale e della tecnologia nel reclutamento possa influire sul tuo lavoro come recruiter? Qual è la tua opinione sull'automazione del processo di selezione?

Ritengo che AI e tecnologia possano influire positivamente sul mio lavoro. Partendo dalla considerazione che i bias che vanno ad influenzare negativamente il processo di recruiting possano essere tanto umani quando algoritmici è vero che l’automazione dello stesso permette al recruiter di concentrarsi sull’aspetto relazionale grazie alla semplificazione di attività time-consuming che riguardano la gestione dei dati dei candidati.

Certamente partendo dal presupposto che il candidato junior ha bisogno, così come ciascuno di noi, di essere guardato come Persona, il valore umano è insostituibile ed è dato dall’intuito che rappresenta un fattore importante per il recruiter, soprattutto di fronte a percorsi non “lineari”, dall’empatia, e dal dialogo autentico che deriva da una relazione “vera”.

Lo snellimento delle attività operative è necessario e non possiamo prescinderne perché va a favore della qualità di quel processo.

 

3) In qualità di owner del processo di avvio e gestione dei tirocini, quali sono gli obiettivi principali che ti prefiggi per ogni tirocinio che gestisci? Come misuri il successo di questi percorsi?

Il tirocinio, in quanto percorso professionalizzante, rappresenta un trait d’union tra le esperienze formative ed il mondo del lavoro. Gli obiettivi sono relativi ad una maggiore padronanza o ad un’iniziale acquisizione non solo delle skills tecniche relative ad un determinato ruolo ma anche delle soft skills preziose per l’ottimale svolgimento delle attività progettuali.

Gli indicatori di successo sono diversi: l’integrazione nel team, il livello di apprendimento raggiunto e certamente l’effettivo inserimento lavorativo al termine del percorso che rappresenta il punto di misurazione più eclatante.

Quest’ultimo è certamente auspicabile per tutte le parti in gioco ma il tirocinio è un’esperienza importante innanzitutto in termini di verifica e consapevolezza; dunque, nell’eventualità in cui la persona comprenda che quel ruolo non faccia al caso suo, in chiave orientativa tale verifica può essere considerata anch’essa un fattore di successo.

 

4) Sulla base della tua esperienza, pensi che ci siano aspetti da migliorare nella collaborazione tra aziende e istituzioni educative?

I margini di miglioramento sono ampi. Le istituzioni educative non sempre recepiscono le esigenze delle aziende e quali siano le competenze realmente determinanti. Le realtà aziendali dal canto loro sono poco consapevoli delle vere istanze che accompagnano il mondo dei giovani talenti; certamente una realtà formativa che accompagna un giovane per lungo tempo nello snodarsi del percorso formativo ne ha quasi sempre maggiore cognizione.

I percorsi di alternanza scuola-lavoro ed i tirocini curriculari in azienda rappresentano già una realtà strutturata e dei momenti impredicibili di contatto e collaborazione reciproca ma non sono ancora sufficienti. Occorre moltiplicare anche quei momenti di incontro che riguardano la condivisione dell’esperienza reale che un professionista fa in ambito lavorativo.

In tal senso, le live experiences di Joinrs sugli effettivi contenuti, di un determinato ruolo o una determinata skills, rappresentano a mio avviso una bella opportunità e spunto di ispirazione.

 

Sticker_Sognante

Intervista a cura del Team di Joinrs