Human Resources

Joinrs con Daniela, Recruiter Consultant in RE/MAX Italia

Scritto da Il team di Joinrs | 11/2/2025

  Chi è Joinrs?  

Joinrs è la job board potenziata dall'intelligenza artificiale, progettata per connettere candidati GenZ -studenti universitari e laureati con pochi anni di esperienza lavorativa- con le aziende più compatibili. Grazie alla nostra AI, supportiamo sia i job seeker che i recruiter nell'identificare le migliori opportunità, rendendo il processo di selezione più rapido ed efficiente e riducendo lo sforzo richiesto. Solo le candidature più allineate ai requisiti arrivano ai recruiter, garantendo qualità e precisione.

Oggi, più di 300 aziende ci hanno scelto per potenziare la loro talent attraction, beneficiando anche delle nostre attività mirate all'employer branding, il tutto all'interno della nostra community di quasi 1 milione di utenti. Se sei un’azienda e vuoi saperne di più, clicca qui.

 

  Raccontando il mondo HR  

Per conoscere il mondo Risorse Umane. Per chiacchierare e rubare qualche segreto del mestiere a professionisti che hanno da raccontare. Per lasciarvi ispirare. La raccolta di interviste di Joinrs a chi lavora in ambito HR nasce con questi tre obiettivi: ci auguriamo che nelle loro storie possiate trovare i consigli che cercate e la determinazione per iniziare (o proseguire) nella costruzione dei vostri obiettivi professionali. Oggi è Daniela a condividerci il suo percorso e consigli!

1) Hai recentemente conseguito una laurea in Scienze Pedagogiche e Psicologia. In che modo il tuo percorso accademico ha influenzato il tuo approccio al recruiting e alla gestione delle risorse umane?

Gli studi classici mi hanno fornito una base solida, permettendomi di sviluppare tecniche comunicative essenziali per gestire i rapporti interpersonali in modo efficace. Successivamente, le lauree in Sociologia e Scienze Pedagogiche hanno affinato queste competenze, rendendole strumenti fondamentali anche nel mio percorso professionale.

Non saprei dire con certezza se sia stata la mia passione per l’orientamento umanistico o quella per la gestione delle risorse umane a guidare le mie scelte. È un po’ come il classico dilemma: è nato prima l’uovo o la gallina? Quello che so per certo è che la combinazione tra passione e formazione mi ha portato esattamente dove sono oggi e credo fermamente che investire tempo e risorse per accrescere conoscenze e competenze sia l’arma più potente per raggiungere risultati concreti e fare la differenza nella pratica.

 

2) Nel corso degli anni, hai visto cambiamenti significativi nel processo di recruiting. Come hai adattato la tua strategia di selezione e quali strumenti digitali hai integrato nel tuo lavoro?

Avendo iniziato nel secolo scorso, ho vissuto in prima persona tantissimi cambiamenti nel mondo del lavoro. Ricordo ancora il mio primo impiego, trovato attraverso un annuncio su un giornale locale di Roma: pagine fitte di annunci scritti con caratteri minuscoli, in cui era un’impresa individuare quelli davvero interessanti. All’epoca si preferiva spesso consegnare il curriculum di persona, rigorosamente su carta e accompagnato da una lettera di presentazione.

Con l’arrivo di Internet, tutto è cambiato. Gli annunci sui giornali e il “porta a porta” sono stati gradualmente sostituiti dai siti di annunci, poi dai portali di lavoro e, infine, dai social. Ho vissuto ogni fase di questa evoluzione, che ha trasformato e velocizzato il processo di selezione in modo incredibile.

In un mondo del lavoro sempre più dinamico e in continua evoluzione, la rapidità è diventata un fattore chiave, soprattutto nel recruiting. La tecnologia si è rivelata una preziosa alleata, permettendo di ottimizzare tempi e risorse. Tuttavia, credo fermamente che la componente umana debba rimanere al centro di ogni relazione.

Diverse multinazionali hanno iniziato ad affidare a un algoritmo alcune fasi del reclutamento, ad esempio il processo di screening dei curricula e questo espone a diversi limiti: gli algoritmi, per quanto sofisticati, sono comunque scritti da esseri umani, quindi non esenti da pregiudizi, e si basano su regole rigide. Questo può portare a scartare candidati validi semplicemente perché il loro CV non segue un formato prestabilito o utilizza un font diverso da quello “calcolato”.

L’intelligenza artificiale può supportare il lavoro di un recruiter, ma non può sostituire la sensibilità, l’intuizione e l’empatia che solo l’intelligenza umana può offrire. In fondo, alla base del reclutamento ci sono l’incontro e la conoscenza tra persone, l’incontro tra talento e opportunità.

 

3) Le nuove generazioni, come i millennial e la Gen Z, portano un approccio diverso al lavoro rispetto alle generazioni precedenti. Come pensi che questo cambiamento stia influenzando le modalità di selezione e il tipo di contratto offerto?

Oggi c’è una crescente sensibilità verso valori personali, impatto sociale e work-life balance, aspetti che per la mia generazione erano meno accessibili. Questa attenzione genera però nuove esigenze, come orari di lavoro sempre più flessibili, che spesso si scontrano con la rigidità dei contratti collettivi nazionali. È evidente che sarà necessario adeguare questi contratti o integrarli con nuove forme contrattuali che, da un lato, garantiscano i diritti dei lavoratori e, dall’altro, preservino la “salute” delle aziende, perché entrambi gli elementi sono indispensabili per un equilibrio sostenibile.

Un’altra sfida riguarda il divario tra scuola, università e mondo del lavoro. Molti giovani si laureano con l’aspettativa di guadagnare subito cifre importanti, nonostante la mancanza di esperienza. Purtroppo, spesso manca una reale comprensione di cosa significhino competenza, impegno e sacrificio. È qui che bisogna lavorare: avvicinare il percorso educativo alle esigenze del mondo professionale per creare una maggiore consapevolezza e preparazione.

Se posso dare un consiglio ai ragazzi, direi questo: siate onesti con voi stessi e cercate di capire il vostro valore reale. Mai accontentarsi, ma neanche pretendere di correre una maratona senza prima aver imparato a camminare. La crescita professionale è un percorso graduale, fatto di piccoli passi che porteranno lontano, a patto che ci siano impegno, costanza, umiltà e una visione chiara di ciò che veramente si vuole diventare.

 

4) Qual è la tua visione sull’importanza di una solida strategia di employer branding per attrarre le nuove generazioni? Come puoi utilizzare i canali digitali per migliorare la percezione di un’azienda come datore di lavoro?

In un mondo dove l’apparire sta diventando più importante dell’essere, credo sia essenziale che le aziende curino la propria immagine per trasmettere con autenticità i valori fondanti. Un sito web ben strutturato e pagine social dinamiche e creative possono veicolare messaggi chiari e coinvolgenti, mantenendo il passo con i tempi. Anche organizzare o partecipare ad eventi rappresenta un’ottima strategia per attrarre interesse e costruire relazioni significative.
Tuttavia, la coerenza tra ciò che si comunica e ciò che si fa è imprescindibile: senza di essa, qualsiasi azienda rischia di perdere credibilità.

In RE/MAX Italia, ho trovato una perfetta sintonia con valori per me fondamentali: inclusione, centralità delle persone, rispetto e solidarietà. Alla base del sistema c’è la consapevolezza che “il successo del singolo contribuisce al successo di tutti”, un principio che ha dato vita a una filosofia concreta e potente: il modello win-win, dove tutti ne escono vincenti. Infatti, attraverso percorsi formativi mirati ed un’attenzione al work-life balance, anche chi parte senza esperienza nel settore immobiliare può diventare un professionista qualificato, raggiungendo risultati di grande valore sia sul piano personale che professionale. 

In Italia siamo presenti con oltre 450 agenzie, stiamo vivendo una forte crescita e siamo alla ricerca di nuovi talenti da introdurre nella professione di agente immobiliare. Se ci sono determinazione, voglia di imparare e tempo da dedicare, noi forniamo tutti gli strumenti necessari, attraverso la nostra University, il dipartimento dedicato alla formazione, e con un efficace training on the job completiamo con la pratica il processo di apprendimento. 

Ma cerchiamo anche imprenditori che vogliono realizzare il sogno di aprire la loro impresa con il nostro modello che basa la sua forza sulla formula dello studio associato e sulla collaborazione tra professionisti. I nostri Broker, o Franchisee, sono degli imprenditori a tutti gli effetti, scelgono di aprire un'agenzia RE/MAX in totale autonomia, contando però su due grossi elementi: la propria motivazione e spirito di iniziativa, da un lato, e il supporto a 360 gradi della casa madre dall'altro, con servizi concreti che facilitano e valorizzano il loro lavoro. Sono supportati da RE/MAX in ogni momento: nel processo di reclutamento, nella gestione dell'agenzia, nelle infrastrutture IT, nell'amministrazione, e negli investimenti di Marketing. Il successo di RE/MAX, riconosciuto come il franchising immobiliare n° 1 al mondo, si fonda proprio sulla centralità delle persone: un valore essenziale che accomuna le agenzie presenti nei 110 Paesi in cui opera con oltre 144.000 professionisti nel mondo.



Intervista a cura del Team di Joinrs