Human Resources

Joinrs con Emanuela, HR Strategy Consultant in Reverse

Scritto da Il team di Joinrs | 31/1/2025

  Chi è Joinrs?  

Joinrs è la job board potenziata dall'intelligenza artificiale, progettata per connettere candidati GenZ -studenti universitari e laureati con pochi anni di esperienza lavorativa- con le aziende più compatibili. Grazie alla nostra AI, supportiamo sia i job seeker che i recruiter nell'identificare le migliori opportunità, rendendo il processo di selezione più rapido ed efficiente e riducendo lo sforzo richiesto. Solo le candidature più allineate ai requisiti arrivano ai recruiter, garantendo qualità e precisione.

Oggi, più di 300 aziende ci hanno scelto per potenziare la loro talent attraction, beneficiando anche delle nostre attività mirate all'employer branding, il tutto all'interno della nostra community di quasi 1 milione di utenti. Se sei un’azienda e vuoi saperne di più, clicca qui.

 

  Raccontando il mondo HR  

Per conoscere il mondo Risorse Umane. Per chiacchierare e rubare qualche segreto del mestiere a professionisti che hanno da raccontare. Per lasciarvi ispirare. La raccolta di interviste di Joinrs a chi lavora in ambito HR nasce con questi tre obiettivi: ci auguriamo che nelle loro storie possiate trovare i consigli che cercate e la determinazione per iniziare (o proseguire) nella costruzione dei vostri obiettivi professionali. Oggi è Emanuela a condividerci il suo percorso e consigli!

 

1) Hai conseguito una laurea in Formazione e Sviluppo Risorse Umane. Quanto pensi che questa preparazione accademica abbia influenzato il tuo approccio alle risorse umane? 

La mia formazione accademica ha avuto un ruolo fondamentale nel modellare il mio approccio alle risorse umane, anche se non è stata una scelta così immediata come potrebbe sembrare. Dopo il liceo scientifico, ho deciso di prendermi un anno di tempo per capire meglio quale fosse la mia strada. A 18 anni è difficile avere le idee chiare su cosa si voglia fare “da grandi”, e quella pausa mi ha aiutato a riflettere senza fretta. 

Quando ho scelto di iscrivermi a Formazione e Sviluppo Risorse Umane, non era un percorso molto conosciuto, almeno in Italia, e non l’ho scelto tanto per le opportunità professionali quanto per la curiosità verso i temi di studio che affrontava. Mi affascinava l’idea di approfondire argomenti come l’apprendimento organizzativo, il comportamento delle persone nei contesti aziendali, la gestione del cambiamento, la psicologia del lavoro e il ruolo delle competenze nel costruire organizzazioni più efficienti e inclusive. Questi temi non solo mi hanno appassionata durante gli anni universitari, ma continuano a essere centrali nel mio lavoro quotidiano. 

Una lezione importante che ho imparato è che non prendo decisioni esclusivamente basandomi sull’obiettivo finale. Per me, è il percorso a contare: ciò che posso imparare, le esperienze che mi arricchiscono e le persone che incontro lungo la strada. Credo che l’obiettivo si costruisca un passo alla volta, come un mosaico, adattandosi alle opportunità e ai cambiamenti del contesto. Questa visione, maturata durante il mio percorso di studi, mi ha insegnato a vedere la formazione e la crescita professionale non come un punto di arrivo, ma come un processo continuo, in linea con un mondo in costante evoluzione.

 

2) Che ruolo hanno fiducia ed efficienza nel tuo lavoro? Come riesci a promuoverli nella tua attività di consulenza HR? 

Fiducia ed efficienza sono due pilastri fondamentali nel mio lavoro, e credo che uno non possa esistere senza l’altro. La fiducia è la base su cui costruisco ogni relazione professionale, sia con le persone che con le aziende. È ciò che consente di creare un ambiente sicuro, dove le persone si sentono ascoltate, valorizzate e motivate a esprimere il loro pieno potenziale. Senza fiducia, anche le migliori strategie HR rischiano di fallire, perché le persone devono sentirsi parte attiva del cambiamento, non semplici spettatori. 

D’altro canto, l’efficienza è ciò che permette di tradurre la fiducia in risultati concreti. Nel mio lavoro, significa essere in grado di progettare interventi mirati, adattati alle esigenze specifiche di un’organizzazione, e garantire che le soluzioni siano pragmatiche e sostenibili. L’obiettivo è sempre quello di ottimizzare tempi e risorse, evitando processi complessi o inutilmente lunghi, senza però perdere di vista il lato umano delle decisioni. 

Per promuovere fiducia ed efficienza, punto sempre a un dialogo aperto e trasparente. Mi impegno a comprendere le esigenze e le aspettative delle persone, costruendo un rapporto basato sull’empatia e sull’ascolto attivo. Questo approccio non solo favorisce la fiducia, ma consente anche di sviluppare soluzioni realmente in linea con le priorità dei miei interlocutori, creando processi chiari e condivisi che supportano la collaborazione e la responsabilità individuale.

Questo equilibrio tra fiducia ed efficienza è ciò che permette di generare valore duraturo, sia per le persone che per le organizzazioni.

 

3) Nel mondo del lavoro di oggi, quali sono i trend più rilevanti in ambito Talent Acquisition? 

Oggi, il mondo della Talent Acquisition sta vivendo un’evoluzione che riflette i cambiamenti profondi nelle aspettative dei lavoratori e nelle dinamiche di mercato. Uno dei trend più rilevanti è la crescente attenzione delle nuove generazioni, come i Millennials e la Gen Z, verso i valori aziendali. Non si tratta più solo di stipendi competitivi, ma di offrire una proposta di valore autentica, basata su temi come la sostenibilità, la diversità, l'inclusione e l’equilibrio tra vita privata e lavoro. Questo spinge le aziende a investire fortemente nell’employer branding, raccontando una visione chiara e coerente che attragga i candidati giusti e li fidelizzi già durante il processo di selezione. 

Un altro aspetto cruciale è l’uso strategico di tecnologia e dati. L’intelligenza artificiale e gli strumenti di data analytics consentono di individuare e valutare i talenti con maggiore precisione, riducendo i bias e aumentando l’efficienza. Allo stesso tempo, tecnologie come i video-colloqui strutturati, gli assessment "gamificati" e i chatbot personalizzati migliorano l’esperienza del candidato, rendendola più fluida e coinvolgente. Questo è particolarmente importante in un mercato sempre più competitivo, dove i migliori talenti si aspettano un processo rapido, trasparente e incentrato su di loro.

Infine, c’è un ritorno all’importanza del contatto umano. Anche con l’avanzare della digitalizzazione, la capacità di costruire relazioni autentiche e di comprendere le aspirazioni individuali resta un elemento chiave per attrarre e trattenere i migliori professionisti.

 

4) Guardando al futuro, quali saranno le competenze più importanti per chi lavora in ambito HR? 

Il ruolo dell’HR sta attraversando una trasformazione profonda, che lo porta sempre più a posizionarsi come partner strategico del business. Guardando al futuro, ci sono alcune competenze che saranno fondamentali per affrontare le sfide emergenti. 

La prima è senza dubbio la padronanza dei dati. Il data-driven HR è destinato a diventare la norma: i professionisti del settore dovranno essere in grado di analizzare e interpretare grandi quantità di informazioni, dai tassi di engagement al turnover, per prendere decisioni basate su evidenze concrete. Questo richiederà non solo conoscenze tecniche, ma anche la capacità di trasformare i numeri in insight strategici. 

Un’altra competenza centrale sarà il change management, dato che le organizzazioni sono sempre più chiamate a evolvere rapidamente. Gli HR dovranno guidare le trasformazioni culturali e organizzative, accompagnando le persone in percorsi di adattamento che bilancino innovazione e stabilità.

Accanto a queste, il design thinking emergerà come approccio fondamentale per riprogettare l’employee experience. Creare ambienti di lavoro che mettano al centro le persone, valorizzando la flessibilità, la collaborazione e il benessere, sarà un fattore chiave per attrarre e trattenere i talenti.

Infine, non si può ignorare il tema della sostenibilità, sia ambientale che umana. Gli HR avranno un ruolo cruciale nel promuovere politiche che riducano l’impatto ambientale delle organizzazioni e nel costruire una cultura aziendale in cui le persone possano prosperare, sia professionalmente che personalmente. Questa visione olistica sarà indispensabile per garantire la competitività delle aziende in un mondo in continua evoluzione.



Intervista a cura del Team di Joinrs