Joinrs è la job board potenziata dall'intelligenza artificiale, progettata per connettere candidati GenZ -studenti universitari e laureati con pochi anni di esperienza lavorativa- con le aziende più compatibili. Grazie alla nostra AI, supportiamo sia i job seeker che i recruiter nell'identificare le migliori opportunità, rendendo il processo di selezione più rapido ed efficiente e riducendo lo sforzo richiesto. Solo le candidature più allineate ai requisiti arrivano ai recruiter, garantendo qualità e precisione.
Oggi, più di 300 aziende ci hanno scelto per potenziare la loro talent attraction, beneficiando anche delle nostre attività mirate all'employer branding, il tutto all'interno della nostra community di quasi 1 milione di utenti. Se sei un’azienda e vuoi saperne di più, clicca qui.
Per conoscere il mondo Risorse Umane. Per chiacchierare e rubare qualche segreto del mestiere a professionisti che hanno da raccontare. Per lasciarvi ispirare. La raccolta di interviste di Joinrs a chi lavora in ambito HR nasce con questi tre obiettivi: ci auguriamo che nelle loro storie possiate trovare i consigli che cercate e la determinazione per iniziare (o proseguire) nella costruzione dei vostri obiettivi professionali. Oggi è Cristina a condividerci il suo percorso e consigli!
Durante il mio percorso universitario avevo già maturato un forte interesse per il mondo delle organizzazioni e delle risorse umane. Al momento di scegliere l’indirizzo del terzo anno, ho infatti optato per il curriculum in Psicologia delle organizzazioni, con l’idea di costruire un percorso professionale in questo ambito. Dopo la laurea triennale ho avuto l’opportunità di iniziare a lavorare in una società di executive search, occupandomi di headhunting. Parallelamente, ho proseguito la mia formazione con la laurea magistrale in Gestione delle risorse umane e sviluppo organizzativo. Da lì in avanti, il mio percorso è proseguito in modo naturale all'interno della funzione HR, con un focus sempre più specifico sulla Talent Acquisition.
Lavorare all’interno di una realtà multinazionale e strutturata comporta sfide complesse ma stimolanti. Una delle principali è trovare il giusto equilibrio tra la standardizzazione dei processi di selezione — spesso definiti a livello globale — e la necessità di adattarli alle specificità locali, non solo dal punto di vista normativo, ma soprattutto culturale. Ogni mercato ha dinamiche diverse in termini di talent availability, aspettative dei candidati e modalità di interazione, e questo richiede un approccio flessibile e culturalmente sensibile.
Inoltre, in un contesto corporate articolato, ci si trova spesso a operare in una rete ampia di stakeholder interni: HR Business Partner, manager di funzione, Direttori di Business Unit, tutti con priorità e visioni talvolta differenti. La vera sfida, in questi casi, è riuscire a costruire un dialogo efficace e orientato alla collaborazione, mantenendo sempre il focus sugli obiettivi comuni: attrarre i talenti giusti, garantire un’esperienza di selezione positiva e contribuire concretamente alla crescita dell’organizzazione.
Questa dinamica rispecchia profondamente la filosofia del Kyosei — "vivere e lavorare insieme per il bene comune" — che guida il nostro approccio quotidiano al lavoro. Significa creare sinergie, superare logiche individualistiche e mettere al centro una visione condivisa, in cui il successo dell’azienda si costruisce attraverso il contributo attivo di tutti, nel rispetto delle persone e delle diversità culturali.
Un ulteriore aspetto sfidante è la gestione del cambiamento continuo: le priorità aziendali evolvono rapidamente, così come le esigenze di recruiting, e serve quindi una forte capacità di adattamento, proattività e visione strategica per anticipare i bisogni e rispondere con soluzioni efficaci.
Nei prossimi anni, uno dei temi ancor più centrali sarà senza dubbio l’employee experience, intesa come un approccio olistico alla vita professionale delle persone in azienda. Non si tratta più solo di offrire benefit o percorsi di carriera, ma di costruire un’esperienza coerente, motivante e personalizzata lungo tutto il ciclo di vita del dipendente. Aspetti come il benessere psicofisico, la flessibilità organizzativa (in termini di orari, luoghi e modalità di lavoro), e le opportunità di apprendimento continuo diventeranno determinanti per attrarre e trattenere i talenti.
In parallelo, sarà sempre più rilevante la capacità delle aziende di sviluppare una employer branding autentica, che rispecchi i valori reali dell’organizzazione e che sappia raccontare, anche all’esterno, una cultura aziendale inclusiva, sostenibile e orientata al purpose. Le nuove generazioni di talenti, in particolare, cercano ambienti di lavoro in cui potersi riconoscere a livello valoriale, oltre che professionale.
Anche la tecnologia continuerà a giocare un ruolo chiave, soprattutto nell’automatizzare processi. Tuttavia, la vera sfida sarà mantenere centrale il fattore umano, valorizzando il ruolo dell’empatia, dell’ascolto e del riconoscimento.
Il mio consiglio è quello di coltivare sia le competenze relazionali, che sono il cuore di questo mestiere, sia una buona capacità di lettura del business. La Talent Acquisition non è solo ricerca e selezione: significa comprendere le esigenze strategiche dell’azienda, saper tradurre questi bisogni in una strategia di attrazione dei talenti efficace e contribuire attivamente alla crescita dell’organizzazione.
Tra le soft skill, metterei in primo piano l’ascolto attivo, che è molto più di una buona capacità comunicativa. Significa saper leggere tra le righe, cogliere aspettative, motivazioni e potenziali criticità sia nei candidati che nei colleghi o nei manager coinvolti nel processo di selezione. È attraverso un ascolto autentico e consapevole che si costruiscono relazioni di fiducia, si intercettano i talenti giusti e si riesce a proporre soluzioni realmente efficaci.
In parallelo, è cruciale saper costruire relazioni solide e collaborative con tutti gli stakeholder coinvolti nel processo di selezione: HR Business Partner, manager di linea. La capacità di mediare tra visioni diverse, facilitare il dialogo e allineare tutti su obiettivi comuni è ciò che trasforma un recruiter in un vero partner strategico per il business.
In un mercato del lavoro sempre più dinamico e competitivo, essere curiosi, aperti al cambiamento e con una forte voglia di apprendere in modo continuo è ciò che permette di evolvere e restare rilevanti nel tempo. La Talent Acquisition, oggi più che mai, richiede visione strategica, sensibilità umana e capacità di adattamento.
Intervista a cura del Team di Joinrs