Joinrs è la job board potenziata dall'intelligenza artificiale, progettata per connettere candidati GenZ -studenti universitari e laureati con pochi anni di esperienza lavorativa- con le aziende più compatibili. Grazie alla nostra AI, supportiamo sia i job seeker che i recruiter nell'identificare le migliori opportunità, rendendo il processo di selezione più rapido ed efficiente e riducendo lo sforzo richiesto. Solo le candidature più allineate ai requisiti arrivano ai recruiter, garantendo qualità e precisione.
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Per conoscere il mondo Risorse Umane. Per chiacchierare e rubare qualche segreto del mestiere a professionisti che hanno da raccontare. Per lasciarvi ispirare. La raccolta di interviste di Joinrs a chi lavora in ambito HR nasce con questi tre obiettivi: ci auguriamo che nelle loro storie possiate trovare i consigli che cercate e la determinazione per iniziare (o proseguire) nella costruzione dei vostri più obiettivi professionali. Oggi è Valeriano a condividerci il suo percorso e consigli!
Credo che la mia formazione sia stata importante per fare carriera in ambito HR sotto diversi punti di vista. Innanzitutto, un direttore HR ha una forte responsabilità circa le risorse e i costi a esse associati, quindi, a mio parere, una competenza economica è fondamentale per ricoprire questo ruolo. Se citiamo ad esempio i processi di Compensation and benefits, come rinnovi di contrattazioni collettive, ci accorgiamo subito come questi impattino sui costi aziendali nel breve e nel lungo termine e conseguentemente una capacità di analisi dei costi è necessaria.
Per quanto riguarda, invece, la componente “people”, penso che quello che mi abbia aiutato di più dal punto di vista accademico siano stati gli studi di psicologia e sociologia legati alla parte marketing. Quello che ho appreso maggiormente da questi studi sono state competenze trasversali come ad esempio la capacità di ascoltare le persone e di osservazione i loro comportamenti, che lavorando come direttore HR sono competenze più che fondamentali.
Per ultimo, parlando del Talent Management, credo che l’arricchimento sia dovuto principalmente all’esperienza professionale sul campo. La componente “people” in fondo è il vero vantaggio competitivo rispetto alle altre aziende e quindi la ricerca dei profili più in linea con le esigenze dell’azienda è la chiave del successo.
Iniziare in consulenza è un consiglio che darei a tutti, sebbene, a mio parere, sia stata molto dura. A inizio carriera ero un consulente che doveva ancora maturare nella sua esperienza professionale, ma allo stesso tempo che doveva fornire soluzioni a clienti già esperti nel settore. Quello che però un consulente giovane può dare è l’innovazione e l’apertura al cambiamento. Essere in grado di entrare in un’azienda e accompagnare il cliente verso un nuovo modo di lavorare, nuovi prodotti o nuovi processi non è sicuramente banale, ma per me è stato straordinario investire il mio tempo nell’imparare a pensare a soluzioni innovative da proporre.
Secondo me la digitalizzazione offre infinite opportunità per differenziarsi dalle altre aziende. La parte difficile è sia quella di riuscire a stare al passo con i cambiamenti digitali, che al giorno d’oggi sono estremamente rapidi, sia di riuscire a coinvolgere tutte le generazioni. In più ci sono molti professionisti che non sono presenti nel mondo digitale del lavoro e che quindi risultano essere nascosti; in loro non vedo un interesse diretto al cambiamento ma un interesse latente che potrebbe essere acceso da un’azienda interessata e interessante per la persona. Personalmente vedo opportunità per essere più veloci ma il grande sforzo sarà quello di differenziarsi per essere “unici”. Spero che la AI aiuti a velocizzare soprattutto la burocrazia e l’operatività mentre gli aspetti decisionali dovrebbero restare in mano alla componente umana
Far parte del team talent acquisition vuol dire avere un approccio internazionale e multiculturale dove non esistono confini, dove le persone posso provenire da qualsiasi parte del mondo e dove il mercato del lavoro è globale, soprattutto in Europa. Bisogna essere curiosi del business, altrimenti come puoi presentare l’azienda? E poi bisogna aver voglia di sentirsi accountable perché ogni progetto di talent acquisition è una vera e propria sfida.
La gestione dell’hiring manager è un punto chiave dove la professionalità e il “fiuto” aiutano a prendere scelte veloci in un mondo sempre più incerto e dinamico. Non ultimo, abbiamo bisogno di persone con spiccata propensione alla creatività che cerchino soluzioni nuove per essere più visibili sul mercato del lavoro. Il talent acquisition professional, per come lo intendo io, è un piccolo HR manager che segue il processo nella sua completezza dall’employer branding al onboarding.
5) Considerando la vostra posizione di leadership nel settore energia e telecomunicazioni e l'impegno verso l'innovazione, quali competenze e caratteristiche cercate nei candidati per supportare e promuovere la crescita e l'evoluzione di Prysmian Group?
Gli ingredienti chiave che ricerchiamo nelle persone che vogliono far parte della nostra sfida sono:
In definitiva, ricerchiamo aspetti sia del singolo individuo, perché ogni persona è unica e ha un proprio talento, ma al contempo essere l’essere i primi in questo settore è sicuramente il risultato di un grande investimento di team.
Intervista a cura del team di Joinrs