Joinrs con Beatrice HR Generalist in Jumpit
Chi è Joinrs?
Joinrs è la job board potenziata dall'intelligenza artificiale, progettata per connettere candidati GenZ -studenti universitari e laureati con pochi anni di esperienza lavorativa- con le aziende più compatibili. Grazie alla nostra AI, supportiamo sia i job seeker che i recruiter nell'identificare le migliori opportunità, rendendo il processo di selezione più rapido ed efficiente e riducendo lo sforzo richiesto. Solo le candidature più allineate ai requisiti arrivano ai recruiter, garantendo qualità e precisione.
Oggi, più di 300 aziende ci hanno scelto per potenziare la loro talent attraction, beneficiando anche delle nostre attività mirate all'employer branding, il tutto all'interno della nostra community di quasi 1 milione di utenti. Se sei un’azienda e vuoi saperne di più, clicca qui.
Raccontando il mondo HR 
Per conoscere il mondo Risorse Umane. Per chiacchierare e rubare qualche segreto del mestiere a professionisti che hanno da raccontare. Per lasciarvi ispirare. La raccolta di interviste di Joinrs a chi lavora in ambito HR nasce con questi tre obiettivi: ci auguriamo che nelle loro storie possiate trovare i consigli che cercate e la determinazione per iniziare (o proseguire) nella costruzione dei vostri obiettivi professionali. Oggi è Beatrice a condividerci il suo percorso e consigli!
"L’HR di oggi è un ruolo strategico fatto di ascolto, innovazione e responsabilità: un ponte tra le esigenze delle persone e quelle dell’azienda, in un mondo del lavoro che cambia e richiede flessibilità, benessere e visione".
Beatrice Vallerga
HR Generalist
1) La tua carriera universitaria si articola fra una laurea triennale in Sociologia la magistrale in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane, cosa ti ha spinto a seguire questo percorso accademico?
Negli ultimi anni di liceo ero molto indecisa sul mio futuro. All’inizio pensavo di iscrivermi a Beni Culturali, poi nel corso dell’ultimo anno mi sono appassionata a Fisica e ho deciso di seguire questo interesse anche nell’ambito universitario. Una volta iniziato il corso, mi sono resa conto che non faceva proprio per me.
È stato un momento difficile, avevo la sensazione di aver fallito e non sapevo più che strada prendere. Così ho iniziato a fare delle ricerche sui vari corsi proposti dalle università in giro per l’Italia, finché mi sono soffermata sulla Laurea Triennale in Sociologia alla Bicocca di Milano.
Mi ha colpita subito, un mix di materie umanistiche come ad esempio psicologia, filosofia e storia, ma anche argomenti più pratici come statistica e ricerca sociale. Insomma, un perfetto “laboratorio” per chi, come me, aveva bisogno di capire strada facendo. Durante il percorso, ho iniziato a sentire l’esigenza di trovare uno sbocco sia per la specializzazione magistrale che per il mio futuro, che potesse rendere lo studio, a tratti molto teorico, più concreto e orientato al mondo del lavoro. Un momento decisivo è stato quello della scelta dei corsi opzionali dell’ultimo anno: lì ho deciso di puntare su quelli che esploravano diverse sfaccettature del settore dedicato alla gestione delle risorse umane.
È stata una scelta che si è rivelata proficua. Infatti, da quell’interesse è nata la voglia di approfondire davvero il tema e così ho trovato la Laurea Magistrale in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane: un percorso che unisce contenuti umanistici e applicazioni pratiche, dalla formazione continua alla gestione e selezione del personale, con progetti di gruppo in ogni corso pensati per calare subito la teoria nella realtà lavorativa.
2) Come è cambiato, secondo te, il ruolo dell’HR negli ultimi anni, soprattutto nel contesto post-pandemico?
Negli ultimi anni, in particolare dopo la pandemia, il ruolo dell’HR è cambiato radicalmente.
Le esigenze e le priorità delle persone oggi sono molto diverse rispetto al passato e di conseguenza anche il modo di lavorare è cambiato. I lavoratori sono diventati sempre più centrali all'interno delle strategie aziendali, non più solo "risorse", ma veri e propri protagonisti.
Oggi le aziende più attente sanno che le risorse umane sono un asset strategico e che vanno valorizzate attraverso una cultura aziendale che metta al centro la loro crescita, attraverso la formazione continua e il loro benessere. Questo significa, ad esempio, promuovere un buon equilibrio tra vita privata e lavoro, anche grazie allo smart working, al welfare aziendale e a benefit sempre più personalizzati.
Per questo motivo l’HR non è più solo chi seleziona o gestisce contratti: oggi ha un ruolo attivo e strategico. È la figura che propone soluzioni alla direzione, che intercetta i bisogni delle persone e che costruisce ponti tra le esigenze aziendali e quelle individuali.
Serve un mix di competenze tecniche e trasversali: dalla gestione delle risorse allo sviluppo organizzativo, dalla capacità di leggere i dati alla comunicazione interna. Ma non solo, l’HR oggi deve essere anche un buon ascoltatore, saper mediare, avere empatia e al tempo stesso la fermezza necessaria per portare avanti progetti complessi.
Oltre a questo, c’è una crescente attenzione a temi come la sostenibilità, la diversity & inclusion e la cultura del feedback. Anche su questi fronti l’HR ha un ruolo fondamentale nel raccogliere input dalle persone e trasformarli in azioni concrete che aiutino l’azienda a crescere ed evolversi davvero.
3) Quali trend HR trovi più interessanti e rilevanti in questo momento?
Senza dubbio ci sono alcune tematiche davvero calde che oggi stanno avendo un grande impatto nel mondo HR. La prima, secondo me, è lo smart working. Lo abbiamo conosciuto “per necessità” durante il Covid, ma poi è diventato una leva chiave per migliorare il work-life balance.
Oggi però alcune aziende stanno facendo marcia indietro o limitano fortemente questa possibilità. In alcuni casi è per una mentalità più tradizionale, in altri per timori legati alla produttività o alla serietà del lavoro da remoto. È un tema super attuale, su cui si stanno facendo molte ricerche: ha pro e contro, ma sicuramente non può essere ignorato.
Collegata a questa riflessione c’è anche quella sul benessere psicologico, la sostenibilità dei carichi di lavoro e l’engagement delle persone. Le aziende più innovative stanno cercando soluzioni concrete per migliorare la qualità della vita lavorativa, che oggi è diventata un fattore chiave anche per attrarre e trattenere talenti. Non è più solo “un benefit”, ma un vero elemento strategico.
Un altro trend che trovo molto interessante, anche se ancora non ho avuto modo di sperimentarlo a pieno, è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito HR.
Al momento viene impiegata soprattutto nello screening dei CV quando si lavora con grandi numeri, ma il suo uso sta crescendo velocemente. Dalla scrittura degli annunci ottimizzati per i vari canali, fino all’analisi dei dati HR o al supporto nei colloqui, l’AI è destinata a diventare sempre più presente nel nostro lavoro quotidiano.
4) Che consiglio daresti a chi oggi vuole entrare nel mondo HR?
Chi vuole entrare nel mondo HR oggi deve essere pronto a essere trasversale, versatile e flessibile. In un contesto in continua evoluzione, dove il ruolo delle risorse umane è sempre più strategico, chi lavora in questo ambito si trova spesso a ricoprire “più ruoli in uno”: selezionatore, facilitatore, mediatore, consulente, punto di riferimento.
Serve impegno, pazienza e tanta capacità di adattamento, perché le sfide e gli imprevisti sono all’ordine del giorno. Implementare processi efficaci richiede tempo e spesso bisogna accettare che nulla andrà liscio al primo tentativo.
Tutto ciò è normale lavorando con le persone; ogni persona è un mondo a sé. Il ruolo HR è un continuo equilibrio tra esigenze diverse, tra ascolto e decisione, tra empatia e obiettività. Per questo è fondamentale avere voglia di mettersi in gioco, aggiornarsi costantemente e mettersi in discussione.

Intervista a cura del Team di Joinrs