Joinrs con Jessica, Chief Growth Officer Power Talent Agency & Lifestyle Area in Mondadori Media
Chi è Joinrs?
Joinrs è la job board potenziata dall'intelligenza artificiale, progettata per connettere candidati GenZ -studenti universitari e laureati con pochi anni di esperienza lavorativa- con le aziende più compatibili. Grazie alla nostra AI, supportiamo sia i job seeker che i recruiter nell'identificare le migliori opportunità, rendendo il processo di selezione più rapido ed efficiente e riducendo lo sforzo richiesto. Solo le candidature più allineate ai requisiti arrivano ai recruiter, garantendo qualità e precisione.
Oggi, più di 300 aziende ci hanno scelto per potenziare la loro talent attraction, beneficiando anche delle nostre attività mirate all'employer branding, il tutto all'interno della nostra community di quasi 1 milione di utenti. Se sei un’azienda e vuoi saperne di più, clicca qui.
Raccontando il mondo HR 
Per conoscere il mondo Risorse Umane. Per chiacchierare e rubare qualche segreto del mestiere a professionisti che hanno da raccontare. Per lasciarvi ispirare. La raccolta di interviste di Joinrs a chi lavora in ambito HR nasce con questi tre obiettivi: ci auguriamo che nelle loro storie possiate trovare i consigli che cercate e la determinazione per iniziare (o proseguire) nella costruzione dei vostri obiettivi professionali. Oggi è Jessica a condividerci il suo percorso e consigli!
"La crescita di un talent si costruisce su una strategia personalizzata, che unisce contenuti autentici e collaborazioni mirate, mentre valori come empowerment e inclusion stanno plasmando nuove generazioni di creator che si riconoscono nei propri limiti come punti di forza"
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Jessica Piga
Chief Growth Officer Power Talent Agency & Lifestyle Area
1) In qualità di Chief Growth Officer, quali sono le tue principali responsabilità oggi e come si collegano alla tua esperienza pregressa nel talent management?
In Power Talent Agency, parte di Mondadori Media mi occupo dello sviluppo commerciale del roster di talent che gestiamo in esclusiva. Ci piace definire il nostro approccio sartoriale: per ognuno di loro infatti viene prefissato un macro obiettivo da raggiungere attraverso una strategia ben definita e ad hoc per ciascuno. La crescita di un talent viaggia su due binari: da una parte quello editoriale, attraverso la realizzazione di contenuti idonei ed ingaggianti per il proprio settore di appartenenza, dall’altra attraverso le giuste collaborazioni con le aziende più in linea. Io mi occupo di quest’ultima, gestendo e cercando le collaborazioni che meglio possano sposarsi con lo storytelling di ognuno di loro.
Inoltre, sempre più di frequente, realizziamo progetti sinergici tra i nostri talent e i brand del gruppo a loro più vicini, nel caso di Power parliamo di My Personal Trainer e The Wom.
2) Come pensi che l'empowerment e la diversity abbiano cambiato – o stiano cambiando – il modo di fare talent management oggi, soprattutto per i giovani che cercano spazio nell’entertainment e nella comunicazione digitale?
Instagram, per chi lo ricorda, è nato con un intento semplice e quasi poetico: condividere fotografie, in particolare immagini belle, curate, spesso di paesaggi. Con il tempo, però, la piattaforma si è trasformata e presto i vari account hanno iniziato a fare a gara per mostrare la perfezione delle proprie vite: tra pelli levigate, vite da sogno e relazioni invidiabili. Quasi come un effetto boomerang, tutto questo ha presto stancato gli utenti che non si riconoscevano più in quelle immagini.
Così è emerso gradualmente un nuovo linguaggio: si è cominciato a parlare di contenuti spontanei, di accettazione, di empowerment, di cose e persone non perfette. Ricordo bene il primo periodo in cui le influencer hanno iniziato a mostrare la propria acne: un gesto che, nella sua semplicità, ha avuto un impatto fortissimo: un vero segnale di cambiamento. Oggi Instagram resta per natura un luogo in cui “mostrare e mostrarsi”, ma credo che empowerment ed inclusione siano due valori importanti che stanno in qualche modo crescendo e formando le nuove generazioni: oggi si impara a conoscersi anche attraverso i propri limiti, a descrivere i propri difetti come segni particolari, a far sì che le differenze, tra singoli o tra gruppi, possano essere punti di forza e non di debolezza.
Con il nostro brand, The WOM, ci impegniamo ogni giorno a parlare di ciò che interessa davvero ai giovani. Cerchiamo di costruire un “self place”, uno spazio sicuro e autentico in cui le persone possano confrontarsi, trovare risposte, decostruire tabù e acquisire maggiore consapevolezza rispetto alla realtà che le circonda, con un linguaggio sempre inclusivo.
3) Come hai visto evolversi i settori del digital e dell'influencer marketing? Quali sono, secondo te, le skill più importanti per chi vuole entrarci oggi?
L’influencer marketing è in continua evoluzione, così come ogni mezzo di comunicazione di massa lo è, e lo è stato prima. Come dicevo, si è passati dalla costruzione del contenuto perfetto alla pubblicazione di estratti di vita reale e spontanea.
I social hanno avvicinato gli utenti ai loro idoli. Ora mentre guardiamo una serie, o un’intervista a un cantante in TV, possiamo andare sul suo profilo social e scoprire se è sposato, ha figli, cosa mangia, come si allena e se ha animali.
Allo stesso tempo è molto importante anche saper usare i social, che sono una telecamera sulla vita delle persone, ma non la vita delle persone. Voglio dire che è importante, da una parte per chi li usa da content creator, selezionare cosa raccontare, scegliere il proprio talento da voler mostrare e condividere; per esempio in Power premiamo la verticalità dei nostri influencer: ognuno di loro ha un contesto di appartenenza e un tone of voice ben preciso, originale unico e riconoscibile, attraverso il quale parla alle proprie fanbase. D’altra parte chi li usa da spettatore deve avere sempre ben in mente che quello che sta guardando, per quanto spontaneo e reale possa essere, è pur sempre solo una piccola parte della vita o del lavoro delle persone esposte, ed è ovviamente filtrato da una serie di strategie e decisioni di posizionamento.
4) Se potessi dare un consiglio a te stessa agli inizi della tua carriera, quale sarebbe? E quale consiglio daresti oggi ad un giovane che sogna di lavorare nel tuo mondo?
Ai più giovani consiglio di coltivare la curiosità. È fondamentale portare a termine i propri compiti con precisione, ma in contesti dinamici come le agenzie — grandi o piccole — è altrettanto importante sviluppare una visione trasversale, comprendere cosa accade intorno a sé e, quando possibile, imparare anche dalle attività dei colleghi.
Il mondo dei social può apparire scintillante, fatto di grandi opportunità ed esperienze, ma va affrontato con equilibrio: con entusiasmo e apertura, ma anche con consapevolezza e concretezza.
Questo lavoro si basa sulle relazioni: saper comunicare, ascoltare e creare connessioni autentiche è essenziale. Ogni giorno si presentano nuove sfide: affrontarle con lucidità, spirito analitico e orientamento alla soluzione è ciò che fa davvero la differenza. Il problem solving, oggi più che mai, è una competenza chiave.
Alla me del passato direi che i dubbi fanno parte del percorso, è normale avere incertezze, ma è proprio così che si cresce. Le direi di imparare a demandare per andare avanti, di fidarsi delle persone che stima, di non avere paura di fare team, perché è proprio con il lavoro in team che si ottengono i risultati migliori.
Intervista a cura del Team di Joinrs