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Joinrs con Elena, HR Lead and Development in Mercedes Benz

Sticker_Emozionata-1  Chi è Joinrs?  

Joinrs è la job board potenziata dall'intelligenza artificiale, progettata per connettere candidati GenZ -studenti universitari e laureati con pochi anni di esperienza lavorativa- con le aziende più compatibili. Grazie alla nostra AI, supportiamo sia i job seeker che i recruiter nell'identificare le migliori opportunità, rendendo il processo di selezione più rapido ed efficiente e riducendo lo sforzo richiesto. Solo le candidature più allineate ai requisiti arrivano ai recruiter, garantendo qualità e precisione.

Oggi, più di 300 aziende ci hanno scelto per potenziare la loro talent attraction, beneficiando anche delle nostre attività mirate all'employer branding, il tutto all'interno della nostra community di quasi 1 milione di utenti. Se sei un’azienda e vuoi saperne di più, clicca qui.

  Raccontando il mondo HR  Sticker_Determinata

Per conoscere il mondo Risorse Umane. Per chiacchierare e rubare qualche segreto del mestiere a professionisti che hanno da raccontare. Per lasciarvi ispirare. La raccolta di interviste di Joinrs a chi lavora in ambito HR nasce con questi tre obiettivi: ci auguriamo che nelle loro storie possiate trovare i consigli che cercate e la determinazione per iniziare (o proseguire) nella costruzione dei vostri obiettivi professionali. Oggi è Elena a condividerci il suo percorso e consigli!

 

"In HR, il vero valore nasce dal lavorare con le persone e per le persone: la curiosità, l’ascolto e le esperienze diverse aprono prospettive nuove e guidano il cambiamento"
foto Elena Campoli

Elena Campoli

HR Lead and Development

1) Cosa ti ha spinto a orientarti verso il mondo delle risorse umane dopo esperienze iniziali nel marketing e nella gestione dei progetti?

Durante gli anni universitari e nel periodo della formazione post lauream mi sono appassionata di marketing e sono venuta in contatto con Mercedes-Benz Italia, l’azienda di cui ancora oggi faccio parte, che mi ha selezionato per offrirmi la possibilità di svolgere un tirocinio ed un project work presso la sua sede. 

Ho avuto successivamente la fortuna di poter proseguire il mio percorso all’interno della stessa azienda, ampliando il mio bagaglio di esperienze, in una prima fase nel Project Team dedicato all’implementazione di un canale di vendita on line nel mondo delle vetture usate, per poi continuare a specializzarmi nel campo delle ricerche di mercato nell’area del post vendita.

Durante le mie prime esperienze, ho avuto modo di lavorare all’interno di team variegati e di sperimentare diversi stili gestionali, riportando a supervisor sia locali che centrali. Ho acquisito sempre più consapevolezza dell'importanza che le persone hanno all'interno di un'azienda e maturato la convinzione che si può disegnare la migliore delle strategie di business ma che i risultati non si raggiungono in assenza di una squadra coesa, affiatata e motivata.

Fino a quel momento però niente mi avrebbe portato a pensare ad un mio possibile approdo nell’ambito delle Risorse Umane. 

Quello con HR è stato infatti un incontro casuale, nato dalla mia candidatura ad un job posting aziendale e dalle possibilità di rotazione interna offerte da un’organizzazione, come quella di Mercedes-Benz Italia, che crede fortemente nel valore della contaminazione delle esperienze. 

Questo incontro incidentale si è poi rivelato essere un vero e proprio colpo di fulmine, dato che, da quando ho scoperto questo mondo, non l’ho più lasciato. Perché non c’è - a mio parere - mestiere più arricchente che quello di lavorare con le persone e per le persone - il valore più grande che ogni organizzazione possa avere. 

La possibilità di dare un contributo diretto affinché ciascuno possa vivere in modo consapevole, positivo ed appagante la propria dimensione lavorativa, investendo sulla sua crescita personale e professionale, è per me fonte di grande stimolo e motivazione.

 

2) Quanto ha influito la tua formazione accademica nello sviluppo delle tue competenze attuali in ambito HR?

Tornando indietro nel tempo, ricordo ancora quanto la fase di scelta del percorso universitario sia stata per me intensa ed impegnativa. Da studentessa, ho sempre avuto infatti la propensione ad interessarmi a diverse discipline ed ambiti di studio, il che mi ha messo in serio imbarazzo quando si è trattato di optare verso la selezione di un indirizzo specifico. Ho infine deciso di orientarmi verso il corso di laurea di Scienze della Comunicazione, che si distingueva in quegli anni - nel ventaglio di soluzioni possibili - per il suo taglio innovativo. Il suo piano di studio ampio e variegato ed una formazione di tipo trasversale sono stati per me elementi di forte attrattività. L’interesse rispetto all’offerta formativa, unito all’opportunità di una prima grande sfida di responsabilizzazione (nei panni di studentessa fuori sede nella splendida città di Siena) hanno reso questa esperienza coinvolgente ed appagante. 

Sui banchi universitari si è accesa in me la scintilla per il marketing che, all’interno dell’indirizzo di Comunicazione Aziendale che avevo scelto, rappresentava una tra le materie cardine e che mi ha successivamente spinto verso la decisione di riprendere a studiare - a seguito di una prima esperienza lavorativa - scegliendo di specializzarmi in Marketing Management attraverso un Master post lauream. Ho trovato particolarmente stimolante il mondo delle ricerche di mercato, l’analisi e la comprensione dei bisogni e percezioni dei clienti, la messa a frutto dei risultati tramite il disegno di azioni correttive, con la finalità di migliorare il posizionamento del brand e di supportare la crescita del business.

Con il passaggio dal mondo del marketing a quello di HR, a ben guardare, al di là delle differenze funzionali, ho continuato ad occuparmi di analisi ed ottimizzazione della customer experience, passando dalla prospettiva del cliente esterno a quella del cliente interno. La nostra missione in HR, infatti, è quella di affiancare le persone, con la nostra costante guida, durante ogni singola tappa dell’ “Employee Journey”, il percorso di sviluppo che ciascuno di noi vive all’interno della nostra azienda, dal momento del suo ingresso fino a quello della sua uscita.

Posso quindi dire senza dubbio che la mia formazione prima ed il successivo learning on the job compiuto durante il mio percorso aziendale mi hanno aiutato a sviluppare competenze quali la lettura del contesto, la capacità di analisi, il pensiero critico, lo sviluppo di una visione di insieme, che ho messo in campo nel mio lavoro in HR e su cui non smetto mai di lavorare. 

Oltre a questo, mi ritengo fortunata a lavorare in una realtà come quella di Mercedes-Benz Italia, che crede nell’importanza della motivazione delle persone quale forte driver per la crescita individuale ed investe intensamente nel coltivare il loro potenziale. Questo mi ha permesso di sfidarmi in un ruolo che poteva non appartenermi sotto il profilo del background accademico ma verso il quale sentivo di avere un forte interesse ed inclinazione. 

 

3) La gestione del cambiamento è una competenza di grande importanza per chi si occupa di Risorse Umane. Qual è la lezione più importante che hai imparato nel supportare i cambiamenti organizzativi?

Il cambiamento è indubbiamente il minimo comun denominatore dello scenario di mercato in cui siamo immersi. Volgendo uno sguardo alla realtà di business che conosco più da vicino - quella dell’automotive - il suo impatto è evidente a diversi livelli: l’implementazione di nuovi modelli di business, la transizione verso l’elettrico, la digitalizzazione dei processi e l’affermazione dell’intelligenza artificiale.

Sicuramente la più preziosa delle lezioni che ho imparato è che non c’è cambiamento di business senza cambiamento di mindset.  Ciascuna organizzazione, infatti, può riuscire ad evolvere solamente se le persone evolvono insieme alla stessa, superando il sentimento di incertezza e l’atteggiamento di resistenza che normalmente ogni trasformazione genera. E, come HR, il nostro compito - complesso ed affascinante allo stesso tempo - è quello di guidarle e accompagnarle per abilitarle ad essere il motore del cambiamento, affrontare le sfide del mercato e disegnare il nostro futuro.  

Un ingrediente fondamentale per realizzare questo obiettivo è senza dubbio un piano di azione strutturato, che preveda il coinvolgimento delle persone ad ogni livello e che le renda protagoniste attive della trasformazione, lavorando sulla responsabilizzazione individuale e rafforzando il senso di appartenenza e la motivazione di ciascuno.  Tenendo bene a mente che non ci si può trasformare dall’oggi al domani ma che ogni cambiamento va comunicato trasparentemente, introdotto gradualmente, testato e metabolizzato. 

Altro strumento fondamentale credo sia quello del dialogo. Mantenere costantemente aperto un tavolo di scambio e di confronto con le persone, spiegando chiaramente le ragioni per cui il cambiamento si rende necessario, i benefici attesi, gli ostacoli da superare ed il programma di implementazione previsto aiuta a stemperare le tensioni e a ridimensionare le preoccupazioni.

Infine, penso che sia importante celebrare i piccoli e grandi successi ottenuti lungo il percorso, per valorizzare il contributo che ognuno ha messo in campo e dimostrare che qualsiasi sfida - per quanto “preoccupante” possa sembrare - può essere gestita efficacemente attraverso il lavoro di una squadra unita, preparata e motivata. 

 
4) Quali consigli daresti a chi desidera intraprendere una carriera nel mondo HR?

Il mio consiglio a chi vuole intraprendere una carriera nel mondo HR? Partire da una convinzione profonda: questo è, prima di tutto, un lavoro con le persone e per le persone, che si nutre di curiosità autentica verso gli altri, capacità di ascolto, empatia. Credo che il possesso di questa attitudine possa fare la differenza, compensando persino la mancanza di un percorso accademico perfettamente allineato o di una professionalità specifica. 

Penso inoltre che avere alle spalle esperienze diverse, realizzate anche in ambiti non strettamente HR, possa essere estremamente arricchente, consentendo di portare con sé una visione più ampia, di offrire nuovi punti di vista e di riuscire a comprendere più a fondo i bisogni del business e delle persone. Questo può rivelarsi particolarmente funzionale se si aspira a ruoli come quello dell’HR Business Partner, in cui la componente consulenziale è molto forte e la capacità di costruire relazioni solide, saper leggere le dinamiche organizzative e proporre soluzioni concrete rivestono un’importanza fondamentale.

Quindi il mio invito per i giovani aspiranti professionisti HR è questo: non aspettate di sentirvi “perfettamente pronti”. Se sentite che lavorare in questo mondo è ciò che vi motiva davvero, cercate le occasioni giuste per mettervi in gioco. E ricordatevi che in HR la vostra unicità può diventare un grande valore aggiunto.

 

 

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Intervista a cura del Team di Joinrs