Passa al contenuto

Joinrs con Sara, HR Recruiter in Valmet

Sticker_Emozionata-1  Chi è Joinrs?  

Joinrs è la job board potenziata dall'intelligenza artificiale, progettata per connettere candidati GenZ -studenti universitari e laureati con pochi anni di esperienza lavorativa- con le aziende più compatibili. Grazie alla nostra AI, supportiamo sia i job seeker che i recruiter nell'identificare le migliori opportunità, rendendo il processo di selezione più rapido ed efficiente e riducendo lo sforzo richiesto. Solo le candidature più allineate ai requisiti arrivano ai recruiter, garantendo qualità e precisione.

Oggi, più di 300 aziende ci hanno scelto per potenziare la loro talent attraction, beneficiando anche delle nostre attività mirate all'employer branding, il tutto all'interno della nostra community di quasi 1 milione di utenti. Se sei un’azienda e vuoi saperne di più, clicca qui.

  Raccontando il mondo HR  Sticker_Determinata

Per conoscere il mondo Risorse Umane. Per chiacchierare e rubare qualche segreto del mestiere a professionisti che hanno da raccontare. Per lasciarvi ispirare. La raccolta di interviste di Joinrs a chi lavora in ambito HR nasce con questi tre obiettivi: ci auguriamo che nelle loro storie possiate trovare i consigli che cercate e la determinazione per iniziare (o proseguire) nella costruzione dei vostri obiettivi professionali. Oggi è Sara a condividerci il suo percorso e consigli!

"Lavorare nelle risorse umane, in un contesto internazionale, significa saper ascoltare, adattarsi e costruire ponti tra culture, generazioni e bisogni in continua evoluzione"
IMG_20250416_172300

Sara Manente

HR Recruiter

 

1) Come pensi che il tuo background accademico, che comprende un Master in China Studies e una Laurea Magistrale in Scienze Internazionali, abbia influito sulla tua visione del lavoro nelle risorse umane, specialmente in contesti internazionali?

Il mio percorso accademico, articolato tra un Master in China Studies e una Laurea Magistrale in Scienze Internazionali, ha avuto un impatto significativo sulle mie scelte professionali, orientandomi verso contesti multinazionali e dinamici. Le competenze maturate, unite al mio intero percorso formativo, mi hanno trasmesso un'apertura mentale, una forte proattività, flessibilità e un alto senso di responsabilità—qualità fondamentali per affrontare il mercato del lavoro attuale, particolarmente competitivo e in continua evoluzione.

Le esperienze all’estero, in Francia con il programma Erasmus e successivamente in Cina per studio, sono state fondamentali per accrescere la mia autonomia in contesti nuovi e culturalmente diversi. Ho imparato a costruire reti di contatto, ad adattarmi e a comprendere l’importanza del confronto interculturale. In particolare, la partecipazione al Chinamed Business Program mi ha offerto uno sguardo diretto sulle realtà industriali e istituzionali di due Paesi chiave nel panorama economico globale, aiutandomi a capire meglio la varietà di ruoli e dinamiche interne alle aziende internazionali—conoscenze che oggi considero essenziali anche nell’ambito delle risorse umane.

 

2) Nel tuo attuale ruolo, ti occupi di selezione per diverse aree geografiche. Come gestisci le sfide legate alla selezione di candidati in paesi con culture e necessità differenti, come Italia, Francia e Sudafrica?

Gestire processi di selezione in contesti internazionali richiede innanzitutto una buona base linguistica, importante per superare le prime barriere comunicative e instaurare un dialogo autentico. Col tempo, ho compreso quanto sia cruciale conoscere a fondo i mercati del lavoro in cui opero. Ad esempio, il mercato francese si distingue per strumenti di recruiting istituzionali ben strutturati e per eventi dedicati alle aziende, che facilitano la comprensione delle aspettative dei candidati e delle dinamiche locali. In Italia, nonostante la maggiore familiarità, ogni area geografica presenta peculiarità proprie: sto imparando a riconoscerle con attenzione, e ho apprezzato molto, ad esempio, l'efficace sistema di supporto al reclutamento offerto dalla regione Friuli Venezia Giulia.

L’esperienza con il Sudafrica è stata particolarmente significativa. Pur conoscendo poco il Paese all’inizio, ho avuto modo di collaborare con colleghi straordinari che mi hanno aiutato a comprendere una realtà tanto stimolante quanto complessa. Le sfide legate alla sicurezza, così come le specifiche politiche interne che influenzano il recruiting, richiedono un approccio sensibile e informato. In ogni contesto, la chiave è ascoltare, adattarsi e saper leggere le esigenze locali, costruendo fiducia e dialogo sia con i candidati che con i team interni.

 

3) Che importanza ha la relazione con scuole e università nel tuo lavoro? Quali iniziative hai messo in atto per rafforzare questi rapporti in tutti i paesi di competenza?

La collaborazione con scuole e università rappresenta un pilastro fondamentale del mio lavoro, soprattutto in un’ottica di lungo termine. Negli ultimi anni, grazie a programmi di trainee e percorsi di alternanza scuola-lavoro, siamo riusciti ad assumere giovani talenti in diverse sedi del Sud Europa. Credo fortemente che investire nelle nuove generazioni significhi investire nel futuro dell’azienda: far conoscere Valmet, i suoi valori e le sue sfide—come lo sviluppo sostenibile, la digitalizzazione dei processi e l’automazione industriale—è essenziale per attrarre profili motivati e in linea con la nostra visione.

Oltre all’inserimento diretto di giovani collaboratori, partecipiamo regolarmente a job fair organizzate da università e istituti tecnici superiori sia in Italia che in Francia. Questi eventi rappresentano un’opportunità concreta per rafforzare la nostra presenza e visibilità come azienda finlandese attiva a livello globale. Il contatto diretto con studenti e neolaureati ci permette non solo di intercettare potenziali candidati, ma anche di instaurare relazioni durature con le realtà formative locali, creando un dialogo continuo tra mondo accademico e impresa.

 

4) Se dovessi dare un consiglio a chi vuole intraprendere una carriera nel recruiting, quale sarebbe?

A chi desidera intraprendere una carriera nel recruiting, il primo consiglio che darei è quello di sviluppare alcune competenze chiave: pazienza, empatia, proattività, flessibilità e rapidità. Lavorare con le persone è stimolante e arricchente, ma può anche essere emotivamente impegnativo. Bisogna essere pronti ad accogliere i “no”, sia da parte dei candidati che delle aziende, e saperli trasformare in momenti di crescita. È un mestiere che richiede presenza, ascolto attivo e la capacità di adattarsi a contesti e bisogni sempre diversi.

Personalmente, iniziare il mio percorso professionale all’interno di un’agenzia per il lavoro è stato determinante. Mi ha permesso di conoscere da vicino il territorio, le aziende locali e le loro esigenze, oltre che i diversi ambiti delle risorse umane: dalla selezione al payroll, dalla formazione alla gestione amministrativa. È stata una palestra importante, ma anche un ambiente molto veloce e competitivo, dove imparare a gestire lo stress e a farsi notare è essenziale. Oggi, lavorando in azienda, affronto sfide diverse, ma le competenze sviluppate in quella fase e le qualità fondamentali per chi fa questo mestiere restano le stesse.

 

Sticker_Sognante

Intervista a cura del Team di Joinrs